Più vitamina B per i celiaci?

Da un articolo di Antonella Sparvoli sul Corriere della Sera Online Secondo un nuovo studio per gestire meglio la malattia ne andrebbe garantito un introito adeguato

Chi soffre di celiachia può più facilmente andare incontro a deficit di vitamine del gruppo B, in particolare acido folico e vitamina B12, e una simile carenza contribuisce a innalzare i livelli di omocisteina, un aminoacido che quando è sovrabbondante aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Ecco perché assumere integratori di vitamine del gruppo B potrebbe giovare ai celiaci. Almeno così sostengono alcuni ricercatori olandesi, autori di uno studio pubblicato sul World Journal of Gastroenterology .

Nello studio sono stati presi in considerazione 51 individui adulti affetti da celiachia e 50 soggetti sani, serviti come gruppo di controllo. Venticinque soggetti celiaci hanno intrapreso il trattamento con un integratore a base di vitamina B6, folati e vitamina B12. Come facilmente prevedibile i pazienti che hanno assunto il supplemento sono andati incontro a un sensibile aumento nei valori ematici di vitamina B6, folati e vitamina B12, aumento che non si è osservato nei controlli e nei celiaci che non hanno preso le vitamine. Come conseguenza dell’assunzione di vitamina del gruppo B è stata evidenziata anche una riduzione dei livelli di omocisteina.

«In alcuni casi la celiachia si presenta con sintomi molto sfumati e la conseguenza è in genere una diagnosi tardiva – spiega Nicola Caporaso, Cattedra di gastroenterologia all’Università Federico II di Napoli e presidente della Società italiana di gastroenterologia -. In questi casi l’intolleranza al glutine non trattata può aver favorito l’instaurarsi di una carenza di vitamine del gruppo B a causa di un cattivo assorbimento. Solo in presenza di una carenza documentata, per altro abbastanza rara, va presa in considerazione la supplementazione. Se la celiachia è stata diagnosticata precocemente il problema della carenza di vitamine del gruppo B in genere non si pone. Se il paziente segue la dieta priva di glutine queste vitamine, presenti soprattutto in prodotti di origine animale (latticini, pollame, carni magre, pesce, fegato, uova) vengono assorbite normalmente». Insomma l’integrazione con vitamine del gruppo B si rende necessaria solo in una minoranza di casi e questo anche per merito di diagnosi fatte sempre più precocemente. «Ci sono però ancora casi in cui l’intolleranza al glutine viene identificata tardi ed è qui che bisogna insistere: bisogna fare uno sforzo maggiore per cogliere anche sintomi sfumati e diagnosticare precocemente questa condizione» conclude Caporaso.