Imola: i risultati sulla diagnosi precoce e il nuovo progetto sulla celiachia

Imola. A 9 mesi dal suo avvio, nel maggio 2007, il Progetto CE.R.E.Re. per la diagnosi precoce di malattia celiachia in un campione della popolazione pediatrica del Circondario, arriva ad Imola, dopo aver convocato in questi mesi 2000 bambini di 3-5-7-11 anni (compiuti nel 2007) residenti nei comuni di Castel San Pietro Terme, Medicina, Mordano, Borgo Tossignano, Fontanelice, Castel del Rio, Casalfiumanese, Castel Guelfo, con un’adesione del 53,7% (1074 bambini screenati) e 4 diagnosi di malattia, confermata, oltre che dal test rapido, anche dai successivi esami del sangue venoso per ricerca anticorpi tTg e EMA e in 2 casi anche dall’istologico tramite biopsia intestinale (in altri due casi la biopsia deve essere ancora svolta, ma è altamente probabile che risulti positiva).

Imola. A 9 mesi dal suo avvio, nel maggio 2007, il Progetto CE.R.E.Re. per la diagnosi precoce di malattia celiachia in un campione della popolazione pediatrica del Circondario, arriva ad Imola, dopo aver convocato in questi mesi 2000 bambini di 3-5-7-11 anni (compiuti nel 2007) residenti nei comuni di Castel San Pietro Terme, Medicina, Mordano, Borgo Tossignano, Fontanelice, Castel del Rio, Casalfiumanese, Castel Guelfo, con un’adesione del 53,7% (1074 bambini screenati) e 4 diagnosi di malattia, confermata, oltre che dal test rapido, anche dai successivi esami del sangue venoso per ricerca anticorpi tTg e EMA e in 2 casi anche dall’istologico tramite biopsia intestinale (in altri due casi la biopsia deve essere ancora svolta, ma è altamente probabile che risulti positiva). Uno sforzo notevole per il Gruppo CE.R.E.Re, formato da medici e infermieri della UO di Pediatria e Neonatologia di Imola, che ha promosso lo studio, da medici ed infermieri tirocinanti, da volontari dell’Associazione Italiana Celiachia e di Ponte Azzurro, che in questi mesi hanno dovuto superare diverse difficoltà organizzative e qualche momento di sconforto per un’adesione talvolta al di sotto delle aspettative iniziali. L’attesa ad  Imola pare comunque molto alta,  e le prime convocazioni sono già state recapitate.
Lo studio sui rimanenti 2400 bambini, sempre delle fasce di età 3,5,7 e 11 anni, residenti ad Imola, partirà sabato 19 gennaio. I bambini, circa 60 per volta, saranno chiamati il sabato mattina e giovedì pomeriggio (da marzo mercoledì pomeriggio).
I genitori dei bambini sono invitati ad aderire al programma tramite una lettera contenente tutte le informazioni del caso, un questionario anamnestico, un modulo di consenso informato ed un appuntamento predefinito presso gli ambulatori della Pediatria di Comunità dell’Ospedale Vecchio di Imola, dove si effettuano di consueto le vaccinazioni pediatriche. La partecipazione è gratuita e volontaria.  La risposta al test, sia positiva che negativa, verrà comunicata sul momento dal medico pediatra presente con una attesa di 10 minuti circa dall’esecuzione dell’esame.

In cosa consiste lo studio?
I bambini che aderiranno allo screening verranno sottoposti ad un test rapido per la diagnosi di celiachia, che consiste nella determinazione di anticorpi specifici di questa malattia (anticorpi antitransglutaminasi) su goccia di sangue prelevato dal dito.
La metodica è semplice da eseguire ed interpretare, rapida (circa 5’) e praticamente indolore. L’equipe che si occuperà del bambino in occasione dell’esecuzione del test sarà composta da un medico pediatra, un infermiere professionale ed un volontario dell’Associazione Italiana Celiachia.
Da un recente studio condotto nella nostra Provincia risulta che nel circondario di Imola un bambino ogni tre ed un adulto ogni sei, presunti celiaci, sono stati diagnosticati come tali.

Cos’è la celiachia?
La celiachia è una intolleranza permanente al glutine, proteina presente in alcuni cereali, quali grano, orzo e segale.
Può insorgere a qualsiasi età, anche l’esordio più frequente è in età pediatrica, per lo più dai 3 ai 7 anni.
La prevalenza di questa malattia in Italia e nel mondo è stimata essere di 1 malato ogni 100-150 persone, pertanto è una patologia frequente, forse la più frequente fra quelle a predisposizione genetica, ma nella grande maggioranza dei casi non viene diagnosticata.
Per la maggior parte delle persone il glutine è una proteina facilmente digeribile, ma in alcuni dei soggetti predisposti geneticamente alla celiachia l’introduzione di alimenti contenente il glutine, quali pasta, pane, biscotti, determina una risposta immunitaria abnorme, con danno a carico di vari organi e apparati, ma principalmente a livello dell’intestino tenue, con una atrofizzazione dei villi, che sono la superficie assorbente, e conseguente minor capacità di assorbire i nutrienti contenuti negli alimenti.

 

Sabato Sera Online