Celiachia: una pillola come cura per l'intolleranza al glutine? Primi test

Dal convegno che si sta tenendo a Genova sullo stato attuale della ricerca per la malattia celiaca alcune interessanti novità su una cura. La pillola, da assumere prima dei pasti per bloccare l'effetto tossico del glutine e consentire ai celiaci di mangiare in modo normale, sembra ormai in dirittura d'arrivo. Gli specialisti ritengono che nel giro di 5 anni si potrà giungere alla commercializzazione su larga scala e apportare così un significativo miglioramento alla vita di tutti i celiaci che si attengono strettamente ad una dieta priva di glutine.

Lo rivelano i massimi esperti mondiali di celiachia, riuniti al Galata Museo del mare di Genova per il Congresso internazionale organizzato dall'Associazione italiana celiachia (Aic). Il farmaco è  stato ideato da un ricercatore italiano al lavoro negli Usa, e i primi test sull'uomo sono promettenti. Gli sforzi vanno avanti, perché  «la dieta priva di glutine - sottolinea Umberto Volta, responsabile del Centro per la diagnosi di celiachia dell'ospedale S.Orsola Malpighi di Bologna e presidente del comitato scientifico dell'Aic - è  assolutamente sicura, ma impone restrizioni alimentari difficili da seguire, soprattutto in particolari età della vita come l'adolescenza. I celiaci inoltre sono sempre esposti al pericolo delle contaminazioni e hanno il desiderio di tornare a mangiare normalmente, senza sottoporsi a rinunce che spesso comportano la comparsa di problemi psicologici. Da qui la grande spinta da parte dei pazienti perché  la ricerca scientifica fornisca una terapia alternativa».

Non solo. Per la prima volta al mondo sarà testato su 12 pazienti un vaccino contro la celiachia, «disegnato» per curarla riprogrammando il sistema immunitario. Entro fine anno saranno avviati a Melbourne, in Australia, i test clinici del siero sull'uomo: l'annuncio arriva sempre dal Congresso di Genova. Una speranza concreta per i tanti pazienti che soffrono di questa malattia: soltanto in Italia oltre 75.000 persone, ma si stima che siano oltre mezzo milione gli italiani che non sanno di essere celiaci. Costretti a una dieta rigorosa, i celiaci devono mettere al bando pasta, pane, biscotti ma anche le salse e tutto ciò che può essere contaminato dalla farina, come la frittura. I sintomi (vomito, diarrea, perdita di peso) nascondono difetti di digestione e assorbimento intestinale degli alimenti e provocano di conseguenza gravi complicanze: dall'osteoporosi, all'aborto spontaneo, al temuto linfoma intestinale.

Il vaccino curativo è rivoluzionario: è  infatti in grado di riprogrammare il sistema immunitario dei celiaci per indurlo a tollerare il glutine. Nei pazienti i frammenti di glutine non digerito passano nell'organismo attraverso l'intestino, che ha una permeabilità alterata e non riesce a svolgere normalmente la sua funzione di barriera. Il sistema immunitario, spiegano gli specialisti riuniti a Genova, percepisce il glutine in circolo come un elemento estraneo e, anziché  eliminarlo, scatena una risposta alterata, che si rivolta anche contro l'organismo dello stesso paziente. «Il vaccino, attraverso un metodo molto complesso, intende bloccare questa reazione autoimmune tipica della celiachia, che porta alla produzione di citochine dannose per l'intestino», riferisce Alessio Fasano, direttore del Centro di ricerca sulla celiachia e Biologia mucosale dell'Università del Maryland a Baltimora (Stati Uniti).

La fase clinica iniziale di sperimentazione «comincerà a Melbourne entro fine anno su 12 pazienti - aggiunge Fasano - e ci aspettiamo buoni risultati». È tuttora in sperimentazione sull'uomo anche un vaccino in grado cioè di prevenire la comparsa della celiachia nelle persone a rischio: è  quello anti-Rotavirus, che dovrebbe eliminare uno dei fattori che accelerano l'arrivo della malattia nei soggetti predisposti.

 

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