Tesi di laurea sulla celiachia

Mi chiamo Veronica ho 24 anni e sono celiaca da 22. A Novembre mi laureo in Economia e ho deciso di fare una tesi sulla celiachia che si intitola "LA CELIACHIA : UN OPPORTUNITA' DI BUSINESS PER LE AZIENDE ALIMENTARI sapete darmi qualche spunto?? Un saluto

Elena : innanzitutto chiedersi perché la diffusione dei prodotti deve rimanere prerogativa delle sole farmacie, a discapito della scelta ampia che un consumatore trova solo in farmacia...insomma, perché non è possibile un ampliamento dell'offerta su vasta scala? e inoltre, perché certe ditte famose non si interessano a produrre gluten free, dedicando appositi stabilimenti?... partirei da qui.
Viviana : un buon argomento....direi che hai proprio centrato il punto!!
Lorena : I prezzi elevati dei cibi glutenfree,e nel business che hanno i negozietti sul nostro mangiare,cioè:che loro prendono le marche non in base hai gusti dei clienti,anzi se ti trovi bene con una marca,capace che la settimana dopo non la trovi più,questo perchè il negozio pensa solo a rifornirsi dalle ditte che gli fanno gli sconti in modo che li convenga di più
Luigi : Perché i prezzi ai supermercati sono dimezzati???? Stessa marca,stesso tutto...assurdo *_*
Giuliana : L'argomento che hai scelto è estremamente serio ed interessante. Complimenti!! Nell'immediato non ti so dare "spunti"....ma spero di trovarti ancora qui perchè la questione mi sta molto a cuore..... La mia motivazione credo sia la stessa che ha portato te a questa scelta. Buon lavoro!
Roberta : Mi parlava di business legato alla celiachia proprio l'altra sera un ristoratore di Cuasso al Monte . Dice che la scelta di aprire anche ai celiaci ha ampliato il suo giro d'affari in modo considerevole, nonostante il maggior carico di lavoro.
Valentina : mi sono sempre chiesta perchè si possano acquistare con i buoni solamente certe marche di prodotti confezionati e non il "fresco". E ancora perchè non sia possibile utilizzare i buoni per comprare prodotti che hanno certificato e scritto sopra (ci pagano quindi una tassa) che sono senza glutine ... il problema è che mi sono anche risposta :))
Sabina : E come la vedi che penso che le probabilità che un giorno avremo la mitica pillola che ci consentirà di mangiare "normale" ,secondo me è molto remota proprio a causa di tutte le aziende alimentari che gravitano intorno al business celiachia??! Spero tanto di sbagliarmi...
Paolo : Aggiungi che negl'ingredienti di tanti prodotti (pasta, farina ad esempio) c'è un'alta percentuale di zuccheri!! Ci sarebbe il pericolo di ammalarsi di diabete.......già senza zuccheri in eccesso....
Giuliana : Ampliare il giro d'affari è una buona cosa, a parer mio, specie in questo periodo.... e specialmente offrendo la possibilità di recarsi al ristorante ed essere garantiti. Quello che è inaccettabile è speculare sulla necessità di un'alimentazione "su misura" . Stiamo parlando di alimentazione: a volte sembra di rivolgere le proprie scelte ad articoli di lusso. Che sarà mai una pizza "celiaca" rispetto ad una normale, in termini di costo, all'origine?
Giuliana : ho scritto celiaca, perchè così, spesso, la chiamano....correttamente "gluten free"
Roberta : mettere l'apostrofo in copertina :)
Esmeralda : all inizio della diagnosi in preda a una crisi esistenziale si acquista tanto e senza criterio......poi ci si calma ....poi subentra il buono che si spende nei centri che vendono i prodotti ,non guardando i prezzi ma pensando alle merendine per la colazione........i negozianti conoscendo la psicologia del celiaco principiante aumentano i prezzi tanto sanno che non si bada al prezzo pur di appagare la nostra golosita e il nostro stato emotivo debole iniziale quando poi si prende coscienza si scopre che quel piccolo plum cake che fra colozione e merenda finisce costa 6 euro e 50....e con questo ritmo in un mese.....ci si è mangiato una bella cifra....poi nei piccoli centri è peggio.....i negozi hanno il monopolio.......e fra il centro commerciale c e un 30% in piu......fra le aziende e il consumatore finale .....il prodotto è lievitato......per poi non parlare degli ingredienti.....
Giuliana : direi non solo appagare la golosità .....ma risolvere un problema non diversamente risolvibile, a meno di non impastare e cucinare tutto il giorno. Persino le impastatrici da pane versione casalinga sono state (ora non so) un business.
Spigallegra : vi assicuro che i costi che sono più che triplicati riapetto a quelli normali partono dalle materie prime: basta pensare che la farina di grano ha un costo medio di 50 cent al kg mentre quella senza glutine supera sempre i 3,50 ovvero 7 volte tanto.....