La celiachia come malattia sociale: c'è il "si" della Valle d'Aosta

In Valle d'Aosta la celiachia è considerata una malattia sociale e non più rara. Infatti i valdostani affetti da tale patologia usufruiscono di interventi regionali "più favorevoli che nelle altre regioni italiane". Lo ha evidenziato l'assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Laniece, nel corso di un incontro con l'associazione italiana celiaci.

Dall'incontro è emerso che la fornitura mensile di alimenti, differente per fasce d'età e per tipologia di prodotti fino ai 18 anni, può infatti arrivare fino all'ammontare di 142,23 euro procapite, rispetto ad una cifra che va dai 45 euro del bambino più piccolo fino ai 140 euro dell'adulto maschio nel resto d'Italia.

L'Associazione lamentava un iter burocratico complicato per l'ottenimento delle agevolazioni "ed è su questo aspetto - ha precisato l'assessore - che ha lavorato l'assessorato con l'azione di alcune semplificazioni; la prima, di effetto immediato, consiste nell'abolizione dell'elenco degli alimenti prescelti". Il paziente celiaco potrà rivolgersi alla farmacia, scegliendo direttamente sugli scaffali i prodotti di suo gradimento. La seconda avrà effetto dal primo gennaio 2010, quando i medici di base potranno utilizzare la procedura informatizzata opportunamente modificata per la prescrizione mensile e con l'abolizione, per i pazienti adulti, dei buoni mensili Usl.

La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. L'incidenza di questa intolleranza in Italia, così come in Valle d'Aosta, è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone.